Il Ministero dell’Istruzione con nota prot. 643 del 27 aprile 2021 avente ad oggetto il “Piano scuola per l‘estate 2021″ intende fornire le prime indicazioni per l’utilizzo di circa 510 milioni di euro per consentire agli studenti di recuperare socialità e rafforzare gli apprendimenti, mediante la frequenza di laboratori per il potenziamento delle competenze (ad esempio Italiano, Matematica, Lingue), di attività educative incentrate su musica, arte, sport, digitale, percorsi sulla legalità e sulla sostenibilità, sulla tutela ambientale.
Il Piano, viene precisato, si basa sulla libera adesione volontaria di studenti e famiglie, così come del personale delle scuole. La progettazione delle iniziative delle Istituzioni scolastiche saranno autonomamente determinate dagli Organi Collegiali.
Temporalmente sono individuabili tre macro-fasi, in continuità fra loro:
I Fase: Rinforzo e potenziamento delle competenze disciplinari e relazionali – Periodo: giugno 2021
La valutazione del percorso formativo dello studente, al termine di questo anno scolastico, costituisce il primo passo per l’approfondimento e il dialogo tra docenti e alunni, utile a ripercorrere più accuratamente la conclusa esperienza e a dare rilievo anche all’autovalutazione dello studente, intercettandone bisogni educativi e inclinazioni.
Le Istituzioni scolastiche, in ragione della valutazione dei percorsi formativi, potranno proporre iniziative di orientamento (ad esempio, nell’ambito delle STEAM); attività laboratoriali (ad es. musica d’insieme, sport, educazione alla cittadinanza e all’ambiente, utilizzo delle tecnologie); approfondimenti per la conoscenza del territorio e delle tradizioni delle realtà locali; l’incontro con “mondi esterni”, delle professioni o del terzo settore, promuovendo stili cooperativi degli studenti, soprattutto quelli più esposti al rischio dispersione. Il coinvolgimento degli stessi studenti nella progettazione ne favorirebbe la responsabilizzazione.
II Fase: Rinforzo e potenziamento competenze disciplinari e della socialità – Periodo: luglio-agosto 2021
Il citato rapporto finale del 13 luglio 2020 del Comitato di esperti ha posto l’attenzione sulla funzione strategica dei “Patti educativi di comunità” quale modalità perché il territorio si renda sostenitore, d’intesa e in collaborazione con la scuola, della fruizione del capitale sociale espresso dal territorio medesimo, ad esempio negli ambiti della musica d’insieme, dell’arte e della creatività, dello sport, dell’educazione alla cittadinanza, della vita collettiva e dell’ambiente, delle tecnologie digitali e delle conoscenze computazionali, che divengono sempre più driver della nuova socialità.
Le attività C.A.M.PU.S. (Computing, Arte, Musica, vita Pubblica, Sport), ad esempio, potrebbero costituire opportunità per riavvicinare il mondo della scuola ad attività particolarmente penalizzate durante la crisi pandemica. Per le attività motorie e sportive potrebbero poi essere realizzati contesti sportivi scolastici, con la collaborazione degli Organismi sportivi affiliati al Coni e al Cip, anche in prosecuzione di progetti già avviati.
In ordine ai “Patti educativi di comunità”, si rammenta che per realizzarli, nell’anno scolastico 2020/2021 (ai sensi dell’articolo 32, comma 2, lettera b), del decreto-legge 14 agosto 2020, n.104), sono stati assegnati 10 milioni di euro alle scuole. I “Patti” possono essere finalizzati, ad esempio, a potenziare spazi e attività di crescita culturale e arricchimento delle competenze e per favorire l’inclusione dei minori più vulnerabili .
III Fase: Rinforzo e potenziamento competenze disciplinari e relazionali con intro al nuovo anno scolastico – Periodo: settembre 2021
È di tutta evidenza come tale terza fase sia strettamente interconnessa alle precedenti. È importante che gli studenti siano accompagnati alla partenza del nuovo anno scolastico mediante contatti personali e riflessioni, incoraggiati e sostenuti per affrontare la prossima esperienza scolastica. Si possono a tale fine ipotizzare, ad esempio, attività laboratoriali o momenti di ascolto, anche avvalendosi di collaborazioni esterne per sportelli informativi tematici o di supporto psicologico o, nel caso di materie afferenti specificatamente all’inclusione, potenziando ad esempio il ruolo dei CTS e di sportelli ad hoc (ad es. sportelli autismo).
È, inoltre, auspicabile affrontare tematiche legate al rinforzo disciplinare in un’ottica laboratoriale e di peer tutoring, anche autogestiti dagli studenti (in base all’età) e supervisionati da docenti tutor, avvalendosi delle innovazioni didattiche di cui si è fatta esperienza nell’ultimo anno: didattica blended, one to one, cooperative learning, realizzando unità formative brevi e autosufficienti, personalizzate e responsabilizzanti.
5. Risorse per realizzare il “Piano scuola per l’estate 2021”
Per consentire la realizzazione del Piano, il Ministero dell’Istruzione rende disponibili alle istituzioni scolastiche. per un importo complessivo di circa 520 milioni di euro, le seguenti linee di finanziamento:
- D.L. 22 marzo 2021, n. 41 ( art. 31, comma 6), per un totale di 150 milioni di euro;
- Programma operativo nazionale (PON) “Per la scuola”, 2014-2020, per un totale di (circa) 320 milioni di euro;
- D.M. 2 marzo 2021, n. 48 (ex L. 440/1997), per un totale di 40 milioni di euro;
NOTA MPI -PIANO SCUOLA PER L’ESTATE
A margine di quanto rappresentato “così pomposamente” dal Ministero, vogliamo evidenziare che non si tratta di nuove risorse destinate alla scuola, come il Ministero vuole far apparire, ma di economie di bilancio (ossia di soldi già presenti nel bilancio dell’istruzione) e che ora vengono destinate per tale progetto estivo.
Infatti, si tratta di 320 milioni di finanziamenti PON di cui il 70% era già destinato alle regione del Sud, il 10% ad Abruzzo, Molise e Sardegna e 20% ad altre regioni. Altri 40 milioni sono fondi relativi all’ampliamento dell’offerta formativa (ossia legge 440)
Ma vediamo un pò meglio cosa dovrebbe fare il personale scolastico: Occorrerà concentrare i propri sforzi sul rinforzo delle competenze nel periodo estivo (e su questo pare non ci siano dubbi), ma andando oltre si legge che tale intervento si realizzerà mediante l’assunzione con specifici contratti di docenti e personale ATA (personale interno prioritariamente), di personale esterno (docenti, psicologi, ecc.) e con le realtà del terzo settore.
Bene, a questo punto ci sorge un dubbio: Essendo progetti PON che evidentemente in passato sono stati attuati in orario non coincidenti con l’orario scolastico d’obbligo, non vorremmo che gli organi collegiali, laddove dovessero, come appare probabile, deliberare di effettuarli in orario antimeridiano, potrebbe indurre qualche “buontempone dirigente scolastico” a impedire il diritto alla retribuzione accessoria per il docente o personale ata, in quanto lo stesso, essendo sospese le attività scolastiche, una volta data la disponibilità, verrebbe utilizzato sulla base dell’orario settimanale di servizio, atteso che non è in ferie. Sono dubbi legittimi, ben conoscendo “ciò che avviene spesso nelle scuole con interpretazioni personalistiche di chi li dirige” , per cui è bene che il Ministero chiarisca ufficialmente tali aspetti, e i collegi dei docenti (non solo quindi i consigli di istituto) precisino bene nei verbali di delibera tale problematica.
Anche il richiamo alla scuola ad adottare progetti quali uscite sul territorio, l’educazione fisica e lo sport, le esperienze accompagnate di esercizio dell’autonomia personale e, più in generale, attività soprattutto laboratoriali utili al rinforzo e allo sviluppo degli apprendimenti, per classi o gruppi di pari livello, non sembrano affatti congrui rispetto alla finalità precipua di “recuperare” quelle conoscenze e competenze perse o affatto conseguite.
Quindi, raccomandiamo vivamente di porre in essere attività che vadano a colmare realmente le “lacune” che inevitabilmente, a causa della pandemia, si sono create, evitando “improvvisate ” iniziative di immagine che non servono agli studenti e che non aiutano ad iniziare il nuovo anno scolastico con “un minimo di interventi tesi a recuperare non solo la socialità ma anche gli apprendimenti che inevitabilmente la DAD (al di là della dissertazione sulla validità o meno di tale modalità formativa) certamente non ha consentito di sviluppare appieno