C’è ancora molta attesa per la risposta ufficiale che la Commissione Europea fornirà al Ministero dell’Istruzione e Merito in ordine alle immissioni in ruolo 2023/24 relativamente alla possibilità di assumere direttamente dalle GPS.
Con la proposta avanza alla Commissione Europea in pratica si differisce al 2025 l’applicazione della legge 79/2022 predisposta dal Ministro Bianchi in attuazione delle norme comunitarie attinenti al PNRR.
Nel frattempo, ancora nulla si dice a proposito dei crediti formativi
Infatti la legge 79/2022 nell’abolire il possesso dei 24 cfu e sostituendoli con una complessiva riforma del sistema di reclutamento e, in particolare, della formazione iniziale che richiede i 60 CFU per accedere alla professione di insegnante ha di fatto impedito e impedisce a molti laureati di accedere al TFA sostegno in quanto privi dei 24 cfu e impossibilitati a conseguire i 60 cfu. Solo chi ha conseguito i 24 cfu entro il 31 ottobre i 24 cfu potrà accedere, atteso che alle Università è impedito indire nuove procedure per acquisire i crediti formativi.
Il nuovo sistema in pratica si è bliccato perchè ad oggi manca all’appello il DPCM che regola l’acquisizione dei 60 CFU per la formazione iniziale, tassello fondamentale della riforma. Secondo il progetto iniziale, questo doveva essere pubblicato entro lo scorso 31 luglio, ma ad oggi 19 febbraio non c’è.
Il DCPM previsto dalla legge 79/2022 deve contenere informazioni fondamentali per l’avvio della riforma, quali:
- i contenuti e la struttura dell’offerta formativa legata ai 60 CFU/CFA, che comprenderà attività di tirocinio diretto e indiretto non inferiore a 20 CFU/CFA e un impegno in presenza nelle classi di almeno 12 ore.
- quanti crediti universitari o accademici riservati alla formazione inclusiva delle persone con disabilità sono necessari
- la percentuale di presenza alle attività formative che sarà necessaria per accedere alla prova finale
- come si svolgerà la prova finale del percorso universitario e accademico, che include la prova scritta e orale
- i criteri utilizzati per riconoscere gli eventuali altri crediti maturati nel corso degli studi universitari o accademici, se coerenti con gli obiettivi formativi.
- Il costo di partecipazione al corso (a carico dei corsisti) che dovrebbe prevedere un tetto massimo per le proposte da parte delle Università.
Ritornando alla proposta avanzata dal Ministero alla Commissione Europea per il reclutamento riservato alle situazioni dei precari, ricordiamo che ilconcorso prevede una prova scritta su contenuti di tipo psico-pedagogico, una lezione da tenere davanti alla commissione composta da membri esterni alla scuola dove si presta servizio e una prova orale sulle materie di disciplina. Durante l’anno di assunzione a tempo determinato, mentre prestano servizio i docenti dovranno anche acquisire da 30 a 60 crediti universitari come previsto dal Pnrr per la formazione iniziale.