Nella serata del 21 marzo 2023 il Capo dipartimento delle risorse, Dott. Jacopo Greco, e il Capo Dipartimento degli ordinamenti scolastici, Dott.ssa Carmela Palumbo, hanno fornito una prima informativa sull’emanazione del Decreto ministeriale concernente la definizione dei criteri di ripartizione e le modalità di utilizzo delle risorse finanziarie previste dall’articolo 1, comma 561 della Legge 29 dicembre 2022, n. 197, finalizzate a valorizzare la funzione di quei docenti che svolgeranno nelle scuole secondarie di secondo grado il ruolo di tutor e di orientamento/orientatore.
Le risorse sono relative all’a.s. 2023/24, e verranno distribuite proporzionalmente alla numerosità degli studenti delle classi terze, quarte e quinte funzionanti nelle istituzioni scolastiche secondarie di II grado nell’anno scolastico 2023/24.
I docenti che intendono svolgere tali funzioni dovranno svolgere preliminarmente un corso di formazione. I requisiti per accedere al corso sono quelli di servizio ossia occorre essere in possesso di cinque anni di servizio a tempo indeterminato e aver ricoperto la funzione strumentale in campo di tutoraggio o orientamento.
Sarà lo stesso Decreto a fissare il numero di tutor attivabile per ogni istituzione scolastica, in base al numero degli alunni.
In via previsionale, è prevista l’istituzione di un tutor per ciascun raggruppamento di studenti con un compenso compreso tra un valore minimo pari a 2.850 euro lordo stato e un valore massimo pari a 4.750 euro lordo stato. Per il docente che ricopra il ruolo di orientatore si prevede invece un compenso compreso tra un valore minimo pari a 1000 euro lordo stato e un valore massimo pari a 2.000 euro lordo stato.
I criteri di utilizzo delle risorse finanziarie sono oggetto di contrattazione di istituto
Il Ministro Giuseppe Valditara, ritiene tale istituzione «la grande rivoluzione del merito», proprio perchè finalmente la figura di orientatore entra ufficialmente nelle scuole e si finanzia la funzione svolta con un investimento di 150 milioni di euro
Molti si chiedono, ma cosa concretamente, dopo il periodo di formazione, si dovrà fare. Secondo il Ministero il docente tutor dovrà occuparsi della personalizzazione degli insegnamenti: avrà, cioè, il compito di coordinare e sviluppare le attività didattiche favorendo il recupero per i ragazzi che manifestano maggiori difficoltà e consentendo a quelli che hanno particolari talenti di potenziarli,; ciò si svolgerà nelle classi terze, quarte e quinte delle secondarie di secondo grado. Il corso di formazione avrà una durata di 20 ore e si concluderà con un esame. Si parte, in ogni caso, dal numero di 40mila.
Il docente orientatore, invece, si occuperà dell’attività di orientamento, aiuterà cioè gli studenti a fare scelte coordinate alle loro aspirazioni e potenzialità, conoscendo il loro profilo, i diversi percorsi di studio e di lavoro possibili, la varietà di offerte sui territori, nel mondo produttivo e universitario. Ado ogni scuola sarà assegnato un docente orientatore anche se ancora non è chiaro come sarà scelto o eventualmente formato per questo incarico.
Il testo del decreto non è stata ufficializzato e, comunque, dovrà ottenere il parere del del Consiglio superiore della Pubblica istruzione.
Il Ministro ha anche annunciato che le istituzioni scolastiche potranno accedere ai finanziamenti derivanti dal Pnrr e dal Pon per remunerare le attività didattiche di potenziamento sulle discipline e attività innovative per l’orientamento. Le azioni già previste nel Pnrr ammontano a 600 milioni, con particolare riferimento all’orientamento alle discipline Stem e con metodologie innovative, alle quali si aggiungono le attività che riguardano l’orientamento come misura di contrasto alla dispersione scolastica, per un importo di ulteriori 1,5 miliardi di euro. Quanto alle risorse del Pon, la nuova programmazione 2021-2027 prevede altri 300 milioni per remunerare attività extracurricolari sull’orientamento didattico.
A nostro avviso, comunque, al di là delle buone intenzioni e della finalità del provvedimento, avremmo auspicato l’istituzione in organico stabile di tali figure professionali reclutate fra il personale in servizio in possesso di requisiti attinenti alla funzione da svolgere o di esperienze nel settore di intervento. Invece, già le cifre lorde annunciate (che si ridurranno della metà per via della contribuzione e tassazione) e l’attribuzione di ulteriore aggravio di lavoro che ricadrà come sempre sul personale docente, a cui non viene nemmeno detto quando e come dovrà assolvere a tale impegno ( contemporaneamente alla funzione docente nelle classi assegnate o nelle ore pomeridiane ? ritorno a scuola nel pomeriggio degli studenti ? e i pendolari ?), la mancanza di chiarezza e le solite cose raffazzonate, riducono di molto l’efficacia e l’efficienza di ciò che si vuole realizzare, per cui l’entuasiasmo del Ministro dovrà fare i conti con quello che quotidianamente si vive nelle aule delle nostre scuole, in strutture spesso nadeguate e fatiscenti.