Se si volesse giudicare il grado di apprezzamento del lavoro del personale della scuola e le differenzazioni esistenti fra le varie categorie di personale, basta leggere l’intervento del Ministro Valditara (a dire il vero in prosecuzione con tutti i ministri che l’hanno preceduto) relativamente agli aumenti contrattuali già in “busta paga” dal mese di settembre per i dirigenti scolastici.
Ebbene, il Ministro, ha espresso piena soddisfazione per la definizione delle trattative, che si sono concluse con la condivisione unanime delle parti sindacali, ed ha aggiunto: “Con il nuovo contratto si mette ordine in un sistema caratterizzato, fino a oggi, da differenze stipendiali inique e ingiustificate tra i Dirigenti scolastici, dall’incertezza delle retribuzioni e da situazioni di grave ritardo”.
In ciò, ha sottolineato sempre il Valditara, si prevede un miglioramento generalizzato e stabile delle retribuzioni grazie all’incremento della posizione di parte variabile, legata alla complessità delle Istituzioni scolastiche, e allo stesso tempo si garantisce che nessun Dirigente delle oltre 8.000 scuole sul territorio nazionale subisca decrementi retributivi rispetto alla situazione attuale.
Secondo il Valditara il positivo cambiamento è stato possibile grazie ai risparmi che il MIM ha potuto reperire per effetto di un’apposita misura normativa introdotta con la Legge di bilancio 2023 (a discapito delle scuole e del personale scolastico ??)
In sostanza, il Valditara ha evidenziato che “ogni promessa è debito nei confronti del dirigenti scolastici” proprio per garantire il giusto riconoscimento del loro ruolo dirigenziale anche attraverso un innalzamento dei livelli retributivi, in considerazione degli impegni strategici che la categoria è chiamata a sostenere per garantire il buon funzionamento del sistema scolastico.
Insomma, la scuola va avanti grazie ai dirigenti scolastici e …tutto il resto…..
come direbbe il buon Califano è….noia…….
A settembre, quindi, subito “mega” incrementi di stipendio per i dirigenti scolastici: fino a 9 mila euro di aumenti lordi l’anno. Qualcosa come più di 400 euro netti al mese in più.
Al momento della sottoscrizione del contratto (fine luglio 2023) già il Giuseppe Valditara, precisava che viene “garantito il giusto riconoscimento del ruolo e dell’impegno della categoria, anche con aumenti retributivi”.
Ma vediamo come è definito lo stipendio di un dirigente scolastico:
La retribuzione dei dirigenti scolastici è suddivisa in tre parti:
- lo stipendio tabellare,
- la retribuzione di posizione
- la retribuzione di risultato.
- Lo stipendio tabellare è di circa 43mila euro, ed è uguale per tutti i dirigenti statali di seconda fascia.
- La retribuzione di posizione dipende dalla complessità della scuola gestita dal capo d’istituto ed è a sua volta suddivisa in due parti: quella di parte fissa e quella di parte variabile
- La parte fissa nel 2019 era stata già raddoppiata da 6mila a 12mila e 500 euro!!
- Quella di parte variabile è stata incrementata proprio col contratto sottoscritto a luglio.
- Per tenere conto della diversa complessità delle scuole quest’ultima è stata divisa in tre fasce: A, B e C. Gli aumenti retributivi che, alla luce del recente rinnovo, scatteranno a partire dal prossimo primo settembre per i capi d’istituto in servizio si aggireranno in media attorno ai 4mila e 500 euro lordi all’anno: qualcosa come oltre 200 euro netti al mese.
Secondo proprio il Ministero, 97 dirigenti scolastici riceveranno un incremento di stipendio lordo superiore a 9mila euro all’anno. 911 dirigenti potranno contare su incrementi variabili tra 6mila e 9mila euro.
Ma non finisce qui, 2.178 dirigenti riceveranno tra 4mila e 6mila euro, mentre altri 2.763 dirigenti tra 2mila e 4mila euro
Poverini sono solo 830 dirigenti che si dovranno accontentare di aumenti variabili tra mille e 2mila euro e altri 614 dirigenti con importi inferiori ai mille euro l’anno.
Ma questi aumenti ancor più incidono nel creare enormi differenze con quelli riconosciuti ai docenti con l’ultimo contratto, peraltro già scaduto sin dalla sottoscrizione perché si riferisce al triennio 2019/2021, con aumenti medi di circa 60 euro netti in busta paga a fronte dei 400 medi riconosciuti ai dirigenti scolastici!!!
In “soldoni” l’incremento netto riconosciuto ai dirigenti è pari ad oltre quattro volte quello riconosciuto ai docenti.
Alcuni resoconti giornalistici, evidenziano come le differenze fra i docenti e i dirigenti scolastici è tra i più alti d’Europa.
A titolo di esempio, e senza tenere conto degli ultimi incrementi dei dirigenti scolastici, in base a una recentissima pubblicazione della Commissione europea, tra un docente di scuola superiore italiani, di età compresa fra 45 e 54 anni, e il suo dirigente scolastico di pari età c’èuna differenza notevole: il prof guadagna circa 31mila e 500 euro (Pps, a parità di potere d’acquisto) all’anno e il dirigente oltre 74mila e 500.
Insomma lo stipendio del docente è pari al 42% di quello del dirigente scolastico.
In Francia, per esempio, un docente con le stesse caratteristiche percepisce quasi 47mila e 500 euro e il suo dirigente poco più di 60mila euro. In questo caso, lo stipendio del primo è pari al 79% di quello del capo d’istituto. Discorso molto simile in Olanda e Finlandia, con stipendi dei docenti pari a 76% di quello del loro capo d’istituto. E perfino in Spagna i docenti, con oltre 41mila euro all’anno, percepiscono il 62% della retribuzione del capo d’istituto.
Insomma, solo in Italia sembra che occorre pagare il Dirigente per salvare la scuola italiana, i docenti sono una parte residuale e poco significativa.
Fa ancora più male vedere come il contratto con cui sono stati elargiti questi aumenti ai dirigenti è stato sottoscritto da CGIL-CISL-UIL e SNALS, ossia sindacati in cui la maggior parte degli iscritti della scuola sono docenti. ALLA FACCIA DELLA TUTELA DEL PERSONALE DOCENTE…….ED ATA
Eppure, impunemente, queste organizzazioni sindacali stanno tenendo assemblee per farsi “approvare” la sottoscrizione del contratto per il personale docent ed ata: una vera farsa se è vero, come è vero, che a una assemblea di un grande sindacato nazionale della scuola erano presenti fisicamente a FOGGIA (vi era un nostro rappresentante) SOLO 15 PERSONE, DICIAMO PROPRIO 15, E 105 ONLINE (non identificabili ovviamente).
Se passiamo, poi, agli stipendi del personale ata, il divario aumenta ancor più se pensiamo che un DSGA percepisce circa il 35% dello stipendio di un dirigente scolastico (per il quale, quasi sempre, svolge il lavoro e assume responsabilità maggiori !!) mentre gli altri profili professionali scendono al 25% dello stipendio di un dirigente.
Da ultimo, vogliamo riportare quanto detto da una sigla sindacale dei dirigenti scolastici al momento della sottoscrizione del contratto dei dirigenti scolastici: “Nella scuola, i confronti vengono effettuati in verticale tra personale con diverso profilo. Il lavoro del docente non è uguale a quello del dirigente. Non può essere confrontato: si tratta di profili diversi, afferenti anche a settori di contrattazione diversi…..le incombenze e le responsabilità che gravano sui dirigenti scolastici non trovano eguali in nessuna dirigenza dello Stato. Eppure i dirigenti scolastici, nonostante i tanto decantati aumenti rimangono ancora quelli meno pagati”.
OGNI COMMENTO E SUPERFLUO E LO LASCIAMO AL PERSONALE DELLA SCUOLA…..E ALLE FIDUCIA CHE RIPONGONO ……LAMENTARSI VA BENE PERSEVERARE NELLA MAL RIPOSTA FIDUCIA E’ DIABOLICO !!!